Lo sfruttamento non ha confini. La solidarietà neanche

Sul Tap in Grecia e la Bonatti spa

Martedì 26 giugno 2018, la polizia greca ha fermato a Kavala, e trattenuto per un giorno in commissariato, otto fra agricoltori e solidali che cercavano di opporsi all’allestimento di un cantiere del consorzio Tap in una grande area coltivata a girasoli. Tra i fermati c’è anche Pati, un compagno salentino attivo e conosciuto nella lotta contro il gasdotto da questo lato dell’Adriatico.
Da qualche giorno aveva raggiunto, portando il suo sostegno e solidarietà, un gruppo di contadini che a Kavala, nella Piana di Filippi, si stanno opponendo alle prepotenze dell’azienda Bonatti, appaltatrice per conto di Tap per la realizzazione di una parte del gasdotto in Grecia.
Gli uomini della Bonatti sono conosciuti in zona per l’arroganza con cui invadono, senza preavviso, i campi coltivati che ricadono lungo il tracciato del gasdotto, provocando danni alle colture.
Il 25 giugno alcuni contadini erano riusciti a bloccare una ruspa e degli operai. Uno di loro aveva iniziato uno sciopero della fame. La mattina del 26, nel tentativo di sbarrare nuovamente la strada a mezzi ed operai scortati dalla polizia, gli otto manifestanti sono stati fermati e trattenuti in caserma fino al giorno successivo, in attesa della convalida del fermo. Il giudice ha poi rilasciato tutti i fermati, in attesa del processo che è stato rinviato al prossimo 12 luglio.

Chi segue le vicende di Tap sa che il gasdotto in costruzione si sviluppa per circa 870 km attraverso Italia, Albania e Grecia, per connettersi ad infrastrutture turche e raggiungere il giacimento di Shah Deniz nel Mar Caspio, in Azerbaijan.
In Grecia, una parte dei lavori di posa del gasdotto sono stati appaltati alla joint venture formata da Bonatti Spa (con una sede a Parma e interessi in quattro continenti) e la greca J&P Avax. Realizzeranno due lotti del tracciato, per un totale di circa 360 km, da Ieropigi (al confine con l’Albania) a Kavala.

Hanno la loro parte nell’opera di devastazione messa in moto da Tap. E meritano le attenzioni di chi prova a fermarli.

 

Bonatti è una compagnia internazionale al servizio dell’industria dell’energia e delle politiche coloniali che la trainano. Quelle politiche che dettano i destini del mondo e condizionano gli interventi all’estero delle potenze occidentali nel disegnare le proprie zone di influenza (per il controllo di gas e petrolio o del mercato immobiliare o per le realizzazione di grandi infrastrutture…). Quando serve anche con i bombardamenti dietro il pretesto delle operazioni umanitarie o di antiterrorismo.

Fondata a Parma nel 1946, attualmente fornisce servizi di ingegneria, gestione e manutenzione di impianti nel settore del petrolio e del gas in 16 Paesi: Algeria, Arabia Saudita, Iraq, Egitto, Kazakhstan, Turkmenistan, Canada, Italia, Austria, Francia, Germania, Romania, Spagna, Messico, Mozambico e Libia.

Lavora con le maggiori compagnie petrolifere nazionali e internazionali: Eni, Noc Libia, British Gas, Total, Chevron Texaco, Repsol, Exxon Mobile e per le principali società europee per il trasporto di idrocarburi come Snam Rete Gas, Enagas, Gaz de France e Edison.

In Italia, oltre alla sede di Parma, fanno parte del Gruppo Bonatti la “Carlo Gavazzi Impianti” di Marcallo con Casone (MI) e il “Bonatti Engineering Center” di Fano (PU).

La loro prima esperienza all’estero inizia in Libia nel 1979, con un contratto per conto dell’Agip. Qui oggi il gruppo si occupa di assistenza e manutenzione alla stazione di compressione che manda gas in Italia. Durante l’attacco della coalizione occidentale contro la Libia nel 2011 e la cacciata di Gheddafi, l’azienda ha dovuto far evacuare il personale, ma già nel settembre dello stesso anno è tornata subito operativa grazie al lavoro dei suoi quadri libici che avevano gestito e preparato il terreno al rientro.

In Italia, nel settore costruzioni e infrastrutture ha realizzato vari progetti per Anas, Autostrade per l’Italia, Ferrovie dello Stato e molti Comuni italiani.

In Basilicata, Val d’Agri, è attualmente impegnata nella quinta linea di produzione idrocarburi per l’Eni.

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