Nella notte del 12 agosto scorso quattro immigrati sono evasi dal Cpr di Brindisi Restinco dopo aver praticato un foro nella recinzione.
In fuga verso la libertà, hanno avuto abbastanza tempo per far perdere le proprie tracce in quanto gli addetti alla sorveglianza del centro si sono accorti del fatto solo la mattina dopo.
Dall’ottobre 2015, data in cui il centro di Restinco ha ripreso a funzionare, sono state numerose le testimonianze sulle dure condizioni di vita di chi vi è recluso (cibo scadente, scarsa igiene, minacce da parte dei sorveglianti e degli operatori…). In casi più esasperati, alcuni detenuti sono arrivati a tentativi di autolesionismo e suicidio. Proprio lo scorso 16 agosto, un recluso marocchino ha provato a togliersi la vita per le orribili condizioni quotidiane.
Un anno fa un incendio, in seguito a una forte protesta, rese inagibile per un po’ di mesi alcune sezioni del Cpr (allora denominato Cie), rendendo meno efficace la capacità dello Stato di recludere e deportare.
Ora la riconquista della libertà con la fuga di alcuni irriducibili.