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Resoconto dell’assemblea di Monza e prossimo appuntamento su Libia, frontiere, ENI…
Domenica 17 dicembre si è tenuto a Monza il terzo appuntamento dell’assemblea nata per impostare la solidarietà alle compagne e ai compagni indagati per la manifestazione al Brennero. Prima di tutto si è fatto un breve resoconto delle iniziative svolte il 12 dicembre per collegare la memoria della strage di piazza Fontana alle stragi compiute oggi dallo Stato italiano contro chi cerca di fuggire dalla Libia. Anche se si è trattato per lo più di piccole iniziative, il dato positivo è che si siano svolte contemporaneamente in una decina di città, quanto meno per rompere l’assordante silenzio su ciò che il governo italiano e l’ENI stanno facendo in Africa (tra l’altro l’assemblea si è svolta proprio in una stazione di servizio dell’ENI dismessa e occupata pochi giorni prima). All’intervento in Libia si aggiunge ora quello in Niger, ancora una volta con il pretesto della “lotta ai trafficanti di uomini”. Un intervento militare – deciso in fretta e furia prima che finisse la legislatura, a riprova degli interessi in ballo – dal nome assai emblematico: “operazione saracinesca”. Riaffermato il ruolo del capitalismo italiano in Libia, ora si punta ai paesi confinanti a sud, facendo dell’ex colonia una prigione a cielo aperto.
Si è poi cominciato a confrontarsi sull’idea di fare un’iniziativa articolata in più momenti contro l’ENI a Milano. Siccome non capita spesso che così tanti compagni e compagne di varie città si trovino per organizzare qualcosa insieme, e visto l’interesse che si continua a dimostrare sui temi proposti, c’è bisogno di capire con calma e bene dove e come muoversi.
L’ultima parte dell’assemblea è stata dedicata a un aggiornamento e a un confronto sulla lotta contro il TAP (opera che non c’entra solo con la guerra in generale, ma anche con gli interessi dell’ENI in particolare), vista la presenza di diversi compagni leccesi. L’invito è quello di organizzare nelle diverse città, oltre alle varie iniziative del caso, anche degli incontri sulla lotta in corso in Salento.
Il prossimo appuntamento sarà sempre a Monza, al Boccaccio, domenica 28 gennaio alle ore 11,00.
Melendugno (Le) – Fermate due betoniere dirette al cantiere Tap – Appunti su alcune aziende collaboratrici
Il 4 gennaio 2018 un centinaio di manifestanti hanno bloccato due betoniere dell’azienda Minermix dirette al cantiere TAP.
Il blocco stradale è iniziato alle 17.00 ed è riuscito ad intercettare, nei pressi di un incrocio che da Melendugno porta a San Foca, il passaggio dei due mezzi che trasportavano calcestruzzo.
Il blocco si è protratto fino alle 19.30 ed è stato efficace anche perché un paio di manifestanti si sono arrampicati su uno dei due camion occupando il tettuccio, mentre i serbatoi d’acqua delle betoniere perdevano per strada il loro contenuto. Vani i tentativi dei reparti di polizia, carabinieri e guardia di finanza che hanno provato a liberare il passaggio.
Quando è stato chiaro che il calcestruzzo trasportato era oramai inservibile, i manifestanti si sono allontanati di propria iniziativa, incassando una bella vittoria. L’impasto nelle betoniere se miscelato troppo a lungo perde le sue qualità e diventa inutilizzabile (in genere dopo due ore). Difatti i mezzi non hanno più proseguito per il cantiere ma son dovuti rientrare nella loro sede per sversare il carico ormai inservibile.
Crediamo anche che l’azienda abbia preso un bello spavento in quanto la sosta prolungata dei mezzi può arrecare danni ancora più ingenti nel caso in cui il calcestruzzo trasportato si solidifica all’interno della betoniera.
Attualmente nel cantiere TAP stanno lavorando alla preparazione del pozzo di spinta per il microtunnel. Da qui entrerà in azione una talpa meccanica che scaverà sotto la spiaggia per ricollegarsi in mare con la conduttura proveniente dall’Albania. Il calcestruzzo serve a consolidare il terreno con dei “pali secanti” interrati necessari a definire il perimetro stagno del pozzo.
Questa parte dell’opera di scempio se l’è aggiudicata la SAIPEM (gruppo ENI) che sta lavorando già da un mese con delle aziende locali quali la Minermix di Galatina (Le) e Donato Coricciati Srl di Martano (Le), oltre a I.CO.P. SpA di Udine. Altro personale lo sta reclutando tramite l’agenzia Adecco.
Dopodiché SAIPEM si occuperà anche della posa dei tubi che attraversano l’Adriatico e dello scavo per il tunnel di approdo in Albania.
“Muretti” – Informazioni e critica dalla lotta NO TAP. Numero 0
Dall’introduzione:
Questo foglio vuole essere uno strumento di analisi critica sia per chi è implicato direttamente nella lotta contro il TAP, sia per quanti la seguono da lontano. Nasce dalla necessità di raccontare tramite un mezzo cartaceo, alternativo ai social media, azioni, iniziative ed eventi che animano le campagne di S. Basilio e non solo, contro TAP e tutti i suoi complici. Oltre ad un mezzo di informazione, infatti, Muretti vuole anche essere uno spunto per il coinvolgimento diretto di sempre più persone nelle azioni di lotta future.
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Stragi di stato
In vista delle udienze di appello per gli arrestati durante la manifestazione del Brennero del 7 maggio 2016, invece di seguirne le scadenze con presenze davanti al tribunale di Bolzano, da un’assemblea allo spazio anarchico El Tavan di Trento si è deciso di proporre una giornata di iniziative nelle varie città per il 12 dicembre, anniversario della strage di piazza Fontana. Le stragi di Stato continuano: il Mediterraneo è un gigantesco cimitero.
L’idea è quella di intrecciare la solidarietà a imputati e indagati con la ripresa di un percorso contro le frontiere e il sistema che le impone e le protegge. In particolare, di ricordare quanto sta accedendo al largo delle coste e nel territorio della Libia, sulla natura assassina della politica del governo italiano e sul ruolo dell’ENI.
A Lecce, come contributo a quella giornata, è stato diffuso un manifesto durante il corteo No Tap dell’8 dicembre. Anche perché ENI, attraverso SAIPEM, è coinvolta nella realizzazione di una parte del gasdotto TAP.
No Tap – 9 dicembre, violata la zona di interdizione
Nel primo pomeriggio di sabato 9 dicembre, circa ottanta manifestanti hanno nuovamente percorso in corteo la provinciale San Foca-Melendugno. Determinati a raggiungere la “zona rossa” intorno al cantiere TAP, hanno poi attraversato alcune campagne fino a raggiungere il muro di jersey ed uno dei cancelli che delimitano l’area interdetta, dove sono esplosi alcuni petardi e la polizia ha risposto col lancio di una decina di lacrimogeni.
A quel punto è stato deciso di tornare indietro ed è iniziato un inseguimento da parte della polizia in tenuta antisommossa, coordinata dal volo di un elicottero.
Verso le 16.00 cinquantadue dei manifestanti sono stati accerchiati e bloccati nelle campagne, caricati sui cellulari e condotti a Lecce dove sono stati divisi tra la questura e il comando dei carabinieri per l’identificazione. Dopo otto ore di fermo, sono stati tutti rilasciati con una denuncia per manifestazione non autorizzata e violazione della zona interdetta (art. 650 cp) e alcuni per lancio di oggetti o esplosioni pericolose. Sono stati contemporaneamente emessi cinque avvisi orali e cinque fogli di via da Melendugno e Lecce che si aggiungono ai sei dei giorni precedenti.
Fuori dalla questura e la sede dei carabinieri sono da subito accorsi numerosi solidali che hanno aspettato fino alle due della notte il rilascio di tutti.
È importante ribadire che per la seconda volta nel giro di pochi giorni si è riusciti a raggiungere l’area del cantiere violando l’ordinanza di interdizione del prefetto e dando filo da torcere a chi lavora alla vigilanza della “zona rossa”.
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No Tap – Cronologia della giornata di lotta del 6 dicembre
Mercoledì 6 dicembre, in diversi paesi della provincia di Lecce, è stato indetto lo sciopero dei commercianti contrari al progetto Tap. Per le strade di Melendugno migliaia di persone hanno manifestato per ribadire ancora una volta il loro dissenso e la loro rabbia per l’ennesimo progetto speculativo ai danni dei territori e di chi li abita.
Una volta terminata la manifestazione, diverse centinaia di persone si sono dirette a San Foca, per prendere parte al secondo corteo della giornata.
Determinate a raggiungere la zona rossa una volta arrivati al termine legale del percorso molti hanno proseguito fino al limite della zona cuscinetto, dove uno schieramento di sbirri bloccava l’accesso. Dopo alcune colluttazioni i manifestanti hanno deciso di aggirare il blocco entrando dalle campagne. Arrivati davanti ai confini che la delimitano (fatto da jersey, cancelli di ferro e filo spinato) hanno tentato l’approdo nella zona rossa. Una volta fallita l’apertura dei cancelli, sono tornati dai manifestanti rimasti ai limiti della zona cuscinetto che, impazienti del ritorno dei propri compagni di lotta, li hanno accolti con applausi e grida.
La giornata si è conclusa con il blocco della strada provinciale 145.
Giornali e questura, dal canto loro, hanno dipinto queste azioni come commesse da pochi facinorosi infiltrati in una pacifica manifestazione, seguendo la solita strategia di creare divisione con l’obiettivo di indebolire il movimento. Tutto ciò non dovrebbe stupire nessuno, ma era necessario per noi sottolineare come il progetto Tap stia devastando e militarizzando la vita e il territorio dei salentini e che tutti, non solo i soliti facinorosi come anarchici e antagonisti, esprimono con queste azioni la loro rabbia.
Parliamoci chiaro: il pensiero comune di queste persone è che per fermare un mostro multiteste come Tap (multinazionale dell’energia e della costruzione, Europa e interessi economici dei più svariati) una manifestazione pacifica non può funzionare. E che per le loro terre sono disposti a ben altro, persino ad usare i muretti a secco che sembrano preoccupare i giornali molto più che la devastazione che Tap sta creando. In tutto ciò lo stato si fa padrone di tutto il territorio circostante la zona del cantiere Tap, permettendo l’ingresso solo ai contadini, una volta esposti i loro documenti, e a chi è provvisto di pass, facendosi così solo odiare di più da chi di libertà ne ha già poca.
Se nonostante il chiaro dissenso contro Tap la costruzione del tubo continuerà, non stupiamoci se con ogni mezzo continuerà ad essere combattuta.
I ragazzi del muretto
8 e 9 dicembre – Corteo No Tap a Lecce e San Foca
FERMIAMO TAP ADESSO
Melendugno dal 13 novembre è in stato d’assedio.
Circa 500 agenti di polizia proteggono la zona del cantiere TAP, che è stata interdetta alla circolazione con decreto del prefetto. Chi non è residente o proprietario dei terreni non può accedervi. Recinzioni in cemento e ferro delimitano la zona rossa per garantire la costruzione del gasdotto e tenere lontano chi fino ad ora si è opposto alla devastazione.
Dopo anni di controinformazione e mesi di opposizione all’espianto degli ulivi, siamo arrivati al dunque. Stanno lavorando per cominciare l’opera.
Chi è contro TAP deve dimostrarlo adesso.
CONTRO TAP E GLI INTERESSI DI RAPINA CHE RAPPRESENTA
CONTRO LA MILITARIZZAZIONE DEL TERRITORIO
PER LA LIBERTÀ DALLE IMPOSIZIONI
Venerdì 8 dicembre 2017
Corteo a Lecce
Concentramento ore 15.00 – Porta Napoli
Sabato 9 dicembre 2017
Passeggiata intorno alla zona rossa a San Foca
Concentramento ore 14.30 – Lungomare Matteotti
No Tap
No Tap – Lecce: Azione di disturbo contro hotel che dà alloggio alle forze di polizia
Venerdì 24 novembre, intorno alle 19.00, una cinquantina di manifestanti si sono ritrovati davanti all’ingresso dell’hotel President in via Salandra a Lecce, dove alloggiano i reparti mobili dei carabinieri provenienti da fuori regione, impiegati nella sorveglianza del cantiere TAP e della zona rossa a Melendugno. Con fischietti, trombe da stadio e pentole hanno dato vita a una rumorosissima azione di disturbo, spiegando al megafono che non ci sarà tregua per chi collabora o trae profitto dalla realizzazione del gasdotto.
Dopo un’ora, il gruppo si è spostato in corteo per le vie del centro storico e passando davanti alla sede Tap sono volate delle uova piene di vernice contro il portone d’ingresso.
Domenica 26 novembre la contestazione rumorosa è stata nuovamente ripetuta.
Mercoledì 29 novembre – Incontro sull’autodifesa legale a Villa Matta (Lecce)
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