Contributo diffuso a Lecce il 29 agosto, durante un aperitivo in Piazza Santa Rosa.
Nonostante gli schiamazzi isterici di alcuni esponenti della destra cittadina contro l’occupazione di Canaglia rivelino lo squallore del loro agire politico (e anche una certa ignoranza), ringraziamo comunque questi signori per averci offerto l’occasione di sollevare un argomento che molto ci sta a cuore e che affrontiamo con grande gioia.
Nonostante il clamore mediatico, sollevato dai loro amici giornalisti, mostri una situazione di nuovo e straordinario allarme per la cittadinanza, la pratica dell’occupare – a Lecce come dovunque – non è certo cosa nuova. Tuttavia sappiamo anche che questa eroica “battaglia di legalità” avrebbe avuto vita breve se non fosse stata strombazzata da un (altrettanto) infelice giornalismo di provincia. Ma tant’è.
Occupare abusivamente stabili e appartamenti con gli scopi più svariati è una pratica sempre esistita in questa città. A memoria di nostra nonna, almeno da quando – negli anni così detti del miracolo economico – una grande massa di leccesi poveri e nullatenenti occupava le case sfitte per viverci con le proprie famiglie. In quegli anni i proletari scacciati dallo storico quartiere Stalingrado occuparono le case dei ferrovieri. Sgomberati a forza non si arresero di certo ma occuparono per lungo tempo il palazzo comunale, fino alla concessione degli alloggi del nuovo quartiere delle Vele.
Nei decenni, le periferie leccesi hanno sempre subito l’isolamento, l’incuria, la segregazione. La risposta non è stata sempre la rassegnazione. Spesso questa città ha visto iniziative di riappropriazione degli spazi; iniziative spontanee e indipendenti da ogni appoggio istituzionale che hanno creato luoghi di socialità, di libera aggregazione e anche di lotta (che – sia detto per gli ignoranti fascio-leghisti leccesi – è una pratica di rivendicazione di libertà, non un atto criminale). Dagli anni Novanta a oggi a Lecce molte occupazioni, abitative e non solo, ci ricordano che la città è di chi la vive, non di chi la compra.
Oggi, con la copertura di un governo reazionario che fomenta la guerra fra poveri, i fascio-leghisti di casa nostra provano ad alzare la testa strepitando per un’occupazione abusiva, così provando a spostare l’attenzione da ben più gravi emergenze cittadine.
Oggi più che mai Lecce mostra uno stridente contrasto fra la povertà delle periferie e l’eleganza del centro, votato al consumo turistico, alla speculazione immobiliare e ormai svuotato dai suoi abitanti storici. Oggi Lecce è in cima alle classifiche per numero di sfratti e tagli delle utenze domestiche.
La vostra premura è sgomberare l’ex canile e restituirlo all’abbandono iniziale? Fate pure (del resto è quello che è già accaduto con gli stabili dell’ex manifattura di Via Birago o con l’ex mattatoio comunale ritornato ad essere una discarica a cielo aperto).
A questi insulsi burattini rispondiamo che non è certo un luogo fisico a dare contenuto alla nostra lotta, purtroppo per voi la Canaglia è ovunque in questa città. Purtroppo per voi, in questa città, è la lega ad essere abusiva!
Canaglia Occupata